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L'itinerario artistico di Sergio Emery trova riflessa la oropria cifra nelle seguenti parole di William Saroyan :"Mentre il treno si allontanava, compresi che l'uomo se ne andra' senza aver raggiunto nessun luogo, e che l'immagine della bellezza che é al di la delle cose, tutte margini ben definiti, sopra e stotto e dentro, non finira' di assillare il suo sonno finche' non sara' piu' vivo e non potra' davvero dormire mai piu'."
Ricerca della bellezza e senso della sperimentazione si sono intrecciati costantemente nella pittura di Emery, profilando la sua opera come una sorta di continuo work in progress, ben riconoscibile all'interno del contesto artistico svizzero e italiano.
Nulla è concesso alla retorica di una bellezza fatta di luoghi formali codificati,né a quella,
simmetrica e in fondo analoga,di una sperimentazione fine a se stessa.
Mossa da questa intrinseca dialettica fra ricerca della bellezza e sperimentazione, situata al di la' del gioco di appartenenza fra tradizione e avanguardia, la pittura di Sergio Emery si é sviluppata per ampi cicli confrontandosi con diversi linguaggi dall'informale al concettuale, all'interno di una ricerca, di una sensibilita' e di una progettualita' critica sempre coerente.
Se l'immagine del treno che si allontana fischiando di cui parlano le succitate parole di Saroyan (che il pittore prediligeva), puo' rinviare anche all'infanzia trascorsa dal pittore a Chiasso, citta' di confine per definizione, un'analoga errante figura ritorna in qualche modo nel motivo dell'atterraggio di fortuna di una fortezza volante, attorno al quale il pittore, prendendo spunto da una rivisitazione onirica del suo vissuto, ha elaborato l'ultimo ciclo delle sue opere.
Pittura, arte dell'immagine che é sempre evocazione, memoria dell'assenza, errante ricerca del luogo irragiungibile.